LICEO SCIENTIFICO “ETTORE MAJORANA”

ORVIETO

 

 

 

 

 

 

 

Abbronzatissima, sotto i raggi del sole…con la protezione

 

 

 

 

Classe 3S3

 

 

 

26 Maggio 2006


Parole chiave

 

Radiazioni ultraviolette (UV): raggi invisibili che fanno parte dell’energia emessa dal Sole. Le radiazioni UV possono danneggiare la cute e causare il melanoma ed altri tipi di tumori cutanei. Le radiazioni UV che colpiscono la superficie terrestre sono costituite da due tipi di raggi, detti UVA e UV-B. Quest’ultimi hanno maggiore probabilità di causare eritemi e ustioni solari rispetto ai raggi UVA, ma questi possono penetrare negli strati cutanei più profondi.

 

Fototipo: indica la sensibilità individuale della pelle agli effetti del Sole.

 

Filtri solari: sostanze in grado di filtrar le radiazioni UV in due modi: assorbendole, (in pratica si degradano loro al posto delle strutture cellulari) oppure rifrangendole, cioè deviandole dalla pelle così che non possono raggiungerla.

 

Melanociti: cellule presenti nella cute che producono e contengono la melanina.

 

Melanoma: forma di tumore della pelle che si forma nei melanociti, le cellule che producono il pigmento. Il melanoma di solito si manifesta in un neo preesistente.

 

Tumore: sviluppo anomalo delle cellule che, nell’andamento maligno tendono a moltiplicarsi in modo incontrollato e diffondersi per tutto l’organismo, andando così a interferire c le sue normali funzioni.

 

Apoptosi: morte programmata, sotto controllo genico.

 

Genotipo: costituzione genica di un individuo

 

Mutazione: cambiamento permanente ed ereditabile nella sequenza di DNA.

 

 

 

 


Le mutazioni

 

Muller, nel 1927, si accorse che, con l’esposizione ai raggi x, vi era maggiore probabilità di subire delle mutazioni causate da sostanza chimiche e da altre fonti radioattive.

Le mutazioni sono spesso causate da agenti fisici e chimici che alterano la struttura del DNA.

Causa di mutazioni sono anche le alte temperature e le radiazioni di ogni tipo, tra cui le particelle alfa emesse dal decadimento del radon.

Il testo di mutazione è piuttosto basso nei batteri e negli organismi semplici  mentre è più elevato negli organismi superiori, dell’ordine di 1-2 mutazioni ogni nuovo individuo.

Le mutazioni possono essere di tipo somatico e di tipo germinale. Quelle somatiche provocano danni solo all’individuo che le porta, invece quelle germinali possono ripercuotersi sulla discendenza futura. La maggior parte della mutazioni sono dannose.

L’organismo portatore di un gene sfavorevole può morire prima di arrivare a riprodursi; in questo caso, il gene mutato sarà immediatamente eliminato.

Le mutazioni possono essere di due tipi: cromosomiche e geniche o puntiformi.

 

MUTAZIONI CROMOSOMICHE

 

Interi pezzi di cromosomi vengono casualmente eliminati o si fondono con altri gia presenti. I  geni si vengono così a trovare in una posizione diversa da quella originale. Dato che la regolazione dell’attività di un gene dipende, in parte, dalla sua localizzazione nel genoma, le mutazioni cromosomiche hanno, generalmente effetti estremamente drammatici.

Si evidenziano questi tipi:

 

MUTAZIONI GENICHE O PUNTIFORMI

Sono abbastanza comuni e vengono causate da modificazioni di un singolo gene. Tale tipo di mutazioni, che riguardano, generalmente, una singola  base azotata di un nucleotide, determinano la sostituzione di un amminoacido in una catena proteica che altera l’informazione primitiva del DNA. Le proteina risultante da questo  cambiamento è, solitamente, difettosa.

Si evidenziano questi tipi:

·        Mutazioni di senso, quando vi è la sostituzione di un singolo amminoacido nella sequenza della proteina codificata.

·        Mutazioni non senso, quando vi è la sostituzione di un nucleotide che causa l’inserimento di un codone di stop e l’origine di una proteina troncata.

·        Mutazione con slittamento del modulo di lettura, ovvero con l’introduzione di aminoacidi inappropriati nella proteina.


Effetti sulla pelle connessi al sole e alle radiazioni

 

La pelle assorbe diversi tipi di radiazioni: dai raggi naturali a quelli artificiali delle lampade al quarzo; esistono raggi gamma, raggi X, gli ultravioletti, i raggi luminosi, gli infrarossi, caratterizzati rispettivamente, da una minore e maggiore lunghezza d’onda.

Sulla Terra giunge circa il 7% dell’immensa energia radioattiva del Sole, costituita per la maggior parte dai raggi ultravioletti, e dagli infrarossi.

Le radiazioni vengono assorbite dalla pelle con modalità diverse e determinano effetti differenti. Le radiazioni ionizzanti, corpuscolari, i raggi gamma e i raggi X attraversano la pelle fino a raggiungere i tessuti più profondi. Alcuni raggi, come  i Roentgen, posso determinare lesioni, eritemi, ulcere, caduta di capelli e altri effetti ancora.

I raggi U.V vengono riflessi dallo strato corneo della pelle in minima parte e penetrano negli strati più profondi con un’intensità di riflessione e di penetrazione che aumenta con l’aumentare della lunghezza d’onda e a seconda delle caratteristiche del soggetto e delle zone corporee.

Si  distinguono in:

 

v     -UV-C: trattenuti dall’atmosfera senza effetti particolari sulla pelle;

v     -UV-B: responsabili dell’eritema solare;

v     -UVA: responsabili dell’abbronzatura ed in misura molto minore di eritemi.

 

I raggi ultravioletti hanno varie azioni sulla pelle: stimolano la funzione pigmentogena, cioè la neoformazione di melanina nell’epidermide, svolgono azioni disinfettante a livello della cute, stimolano la sintesi della vitamina D; tra gli effetti negativi, c’è l’eritema, che coinvolge le cellule e i vasi dell’epidermide e si manifeste con iperemia, rottura di piccoli vasi, bolle, edemi, fuoriuscita di liquido. Inoltre tali raggi accelerano la proliferazione di peluria e, talvolta, possono determinare la comparsa di tumori cutanei.

Per quanto riguarda gli effetti tardivi e indiretti, essi sono ben più gravi: macchie brune, cheratosi (ispessimenti della cute), invecchiamento precoce, degradazione del DNA, degradazione dei fosfolipidi di membrana, tutte condizioni che nel tempo possono degenerare in forme maligne.E’ poi stato dimostrato che le ustioni solari verificatesi nei primi anni di vita predispongono allo sviluppo del melanoma.

 

 

 

 


I FILTRI SOLARI

 

I filtri solari sono utilizzati per mitigare gli effetti indesiderati della radiazione solare.

Inizialmente sono stati progettati con lo scopo principale di difendere la pelle dall’ustione solare, indotta principalmente da UV-B.

Successivamente, sono stati modificati per proteggere anche nei confronti dei raggi UV-A.

Sono tradizionalmente distinti in filtri fisici e filtri chimici; i filtri fisici garantiscono il massimo assorbimento. I principali requisiti richiesti ad un prodotto per la prevenzione del danno da esposizione solare sono la sicurezza, la capacità protettiva nei confronti sia dei raggi UVB che UVA e la buona accettabilità da un punto di vista cosmetico.

Va ricordato che l’uso corretto dei filtri ha l’obiettivo di proteggere la cute durante un’esposizione ragionevole. E’ invece sbagliato pensare che con una buona crema tutti possano stare al sole senza problemi per tanto tempo!

Le formulazioni cosmetiche in cui si trovano i filtri solari sono gli oli, le lozioni, le creme e gli unguenti, i gel, gli spray, gli stick. Gli oli abbronzanti sono i filtri solari più primordiali, ma hanno un fattore di protezione solare (SPF) molto basso (2-4).

Le lozioni sono formulazioni molto in voga negli States che possono costituire un filtro solare, a patto che il prodotto si stabile e consumato entro la scadenza.

Le creme e gli unguenti possono garantire un fattore di protezione alto, ma non sono molto amati perché troppo grassi tuttavia hanno un largo mercato in Italia.

I gel potendo incorporare solo principi attivi solubili in acqua hanno un SPF limitato; inoltre per le loro caratteristiche intrinseche non possono essere resistenti all’acqua.

Un prodotto relativamente nuovo è costituito dagli spray. La protezione consentita da esi è tuttavia modesta.

Gli stick si ottengono aggiungendo ai principi fotoprotettivi cere ed oli, sono i migliori filtri solari sia per la resistenza all’acqua, sia pe la possibilità di costituire un film stabile sulla pelle.

Inoltre per la scarsa biodegradabilità possono essere utilizzati senza problemi in tutte le condizioni climatiche.

Un aspetto molto importante nella scelta dei filtri solari è costituito dalla resistenza all’acqua.

Questa valutata testando il SPF di un filtro dopo 40 minuti di contatto con l’acqua. Un problema è rappresentato dalle interazioni tra i fattori di protezione e il recipiente degli stessi, sospettabile quando il prodotto assume un colore giallo o marrone scuro.

In definitiva si può concludere che un buon filtro solare è quello che unisce alla capacità di mantenere il più possibile lo SPF promesso la gradevolezza e accettabilità cosmetica.

In ogni caso è opportuno limitare, per quanto possibile, l’esposizione ai raggi solari per prevenire non solo l’invecchiamento della pelle ma anche il rischio di tumore, in particolare il melanoma maligno.

 

 


Tumori della pelle

 

Il melanoma

Il melanoma è un tumore maligno che si origina dai melanociti della cute e delle mucose o, molto più raramente, dai melanociti posti in sedi extracutanee.

Come è noto, tradizionalmente si distingue in 4 varietà cliniche:

1.    melanoma a diffusione superficiale

2.    lentigo maligna melanoma

3.    melanoma lentigginoso acrale

4.    melanoma nodulare

Le prime tre lesioni iniziano con una diffusione ‘piana’ sulla superficie cutanea(melanoma piano).Dopo un periodo di tempo variabile, questi tumori possono sviluppare componenti nodulari invasive (melanoma piano-cupoliforme).

Tra i vari fattori presi in considerazione per prevedere l’evoluzione del melanoma, attualmente si considera di primaria importanza lo spessore massimo del tumore.

Rarissimo prima  della pubertà, il melanoma colpisce prevalentemente soggetti di età compresa tra i 30 ed i 60 anni e di classe sociale medio-alta.

Considerato fino a pochi anni or sono una neoplasia rara, oggi mostra un’incidenza in crescita costante; in Italia la stima dei melanomi, e dei decessi ad essi attribuiti, è tuttora approssimativa: si aggira attorno a 7000 casi l’anno.

Negli ultimi 20 anni, mentre le modalità di trattamento non sono molto cambiate, è aumentato notevolmente il numero dei melanomi asportati in fase precoce.

Il melanoma cutaneo ha una prognosi – cioè un’evoluzione nel tempo – strettamente dipendente dallo spessore raggiunto nella pelle al momento della sua diagnosi e asportazioni.

Se il melanoma è ancora rimasto confinato agli strati cutanei superficiali, la prognosi è generalmente buona, con guarigione del paziente.

Viceversa, se il melanoma ha raggiunto gli strati più profondi perché ha avuto tempo di accrescersi prima della sua identificazione ed asportazione, i rischi di vita per il paziente sono molto elevati. Individuare il melanoma quanto più precocemente possibile rappresenta quindi la principale arma per tentare di ridurne la mortalità.

 

Altri tumori maligni della pelle: carcinomi cutanei

Oltre al melanoma, i carcinomi – o epiteliomi – cutanei, comprendono i carcinomi basocellulari, che non metastatizzano praticamente mai e hanno quindi una malignità “locale”, e quelli spinocellulari, fortunatamente più rari, perché possono andare incontro a disseminazione metastatica se diagnosticati e trattati tardivamente.

Per i carcinomi è stato dimostrato un aumento di frequenza nei soggetti con pelle chiara, che non si abbronzano facilmente, e la loro comparsa è legata alla quantità cumulativa di luce solare assorbita dalla pelle durante la vita.

Rispetto ai carcinomi spinocellulari, però, è da segnalare che quelli basocellulari – molto frequenti, circa 50 volte più del melanoma – non risparmiano  l’età adulto-giovanile (dai 25-30 anni in su), e la loro insorgenza appare associata non tanto alla quantità cumulativa di radiazioni ultraviolette assorbite nella vita, bensì alle ustioni/scottature solari riportate, soprattutto in età infantile.

Questa caratteristica li accomuna al melanoma: infatti anche il rischio di melanoma è associato al numero si scottature solari subite, soprattutto in età infantile-adolescenziale.  

 

 


Il fototipo della pelle

 

La pericolosità della radiazione ultravioletta, dipende, come suggerisce l’esperienza, dalle caratteristiche della pelle esposta. Si usa suddividere la sensibilità della pelle in 7 categorie, dette fototipi. I fototipi più sensibili e che quindi richiedono maggiore protezione sono quelli più bassi, mentre all’aumentare del fototipo aumenta anche la resistenza all’esposizione. Nella tabella sui fototipi sono descritte le caratteristiche principali dei singoli fototipi e viene genericamente indicata la frequenza di arrossamento. Conoscere il proprio fototipo è importante per valutare almeno in condizioni standard di esposizione la personale sensibilità all’esposizione al sole, nonché i tempi limite per l’arrossamento (ossia il tempo trascorso il quale la pelle inizia ad arrossare).

 

Fototipo

Caratteristiche fenotipiche

Reazioni della pelle

0

Capelli bianchi, occhi rossi e pigmentazione chiarissima

La pelle non s abbronza

Mai, no si devono esporre al sole

I

Pelle chiara, occhi azzurri e lentiggini

Si scotta sempre facilmente e in modo grave (scottatura dolorosa); si abbronza poco e si desquama

II

Pelle chiara, capelli rossi o biondi, occhi azzurri, castani o marroni

Generalmente si scotta facilmente e in modo grave (scottatura dolorosa); si abbronza poco e si desquama

III

Pelle chiara (Caucasici)

Si scotta moderatamente e si abbronza mediamene

IV

Pelle bianca o solo leggermente marrone, capelli castano scuri, occhi scuri (Mediterranei, Mongoli, Orientali, Latino-Americani)

Si scotta pochissimo, si abbronza facilmente e al di sopra della media e mostra reazioni immediate di scurimento in seguito ad ogni esposizione

V

Pelle marrone (Amerindi, Indiani dell’est, Latino- Americani)

Si brucia raramente si abbronza facilmente e intensamente, mostra reazioni immediate di inscurimento in seguito ad ogni esposizione

VI

Individui dalla pelle nera ( per es. Africani e Afro-Americani, Aborigeni Australiani)

Si abbronza intensamente senza scottarsi, mostra reazioni immediate di inscurimento in seguito ad ogni esposizione

 

Effetti provocati dall’eccessiva esposizione al Sole

 

Tutti sappiamo come sia piacevole stare al sole, ma come abbiamo già detto la luce solare contiene anche  raggi nocivi, i così detti raggi ultravioletti, che possono causare malattie cutanee, anche gravi. Oltre ai tumori della pelle di cui abbiamo parlato, i raggi ultravioletti possono danneggiare anche gli occhi, causando congiuntiviti  e, nel tempo, cataratta. Gli occhiali arrestano fin al 100% dei raggi ultravioletti di tipo B (UV-B); è pero fondamentale, al momento dell’acquisto, controllare che gli occhiali siano effettivamente protettivi. Può essere utile anche l’impiego di un cappello a larghe tese, che impedisca l’irraggiamento diretto degli occhi.

L’esposizione eccessiva al Sole provoca anche una ridotta funzione delle cellule bianche del sangue, con minore resistenza alle infezioni. Anche le zone ustionate per esposizione al sole sono aree a maggior rischio di infezione.

 

Consigli

 

-ESPORSI AL SOLE CON GRADUALITà

Il primo giorno è quello più a rischio: non fidarsi delle sensazioni, ma limitare molto il tempo di esposizione.

-NON ESPORSI AL SOLE NELE ORE CALDE

Dalle 11 alle 15 i raggi del sole sono più verticali e perciò più pericolosi.

-ATTENZIONE ALLE SUPERFICI RIFLETTENTI (ACQUA, NEVE …)

Il rischio di eritemi aumenta.

-ATTENZIONE ALL’ABBRONZATURA IN QUOTA

L’intensità delle radiazioni aumenta con l’altitudine: è molto più pericolosa l’esposizione in montagna che al mare.

-UTILIZZARE FILTRI SOLARI

specialmente i primi giorni e se si è di carnagione chiara, utilizzare i filtri solari (applicarli ogni due ore e dopo i bagni di mare).