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astrieparticelleMaria Vittoria e Marco sono salvi, ma l'Eugenia è stata chiaramente colpita alla giugulare da due tracce rosso vermiglio. Per fortuna non è niente di grave, si tratta solo di muoni generati dall'interazione dei raggi cosmici primari con l'atmosfera,

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e tutti sanno che un muone, già contento solo di essere ancora vivo, non farebbe un gran male a nessuno. Peccato che il sistema non possa mostrare i neutrini, allora si ce ne sarebbe per tutti. Leonardo, la nostra ottima guida - un fisico che ha abbracciato la strada della divulgazione di alto livello - richiama l'attenzione di tutti su una sorta di tavolino basso dove appaiono altre traccie, questa volta evanescenti e anche in qualche modo ectoplasmatiche. Ci spiega che sotto il vetro gli organizzatori della mostra sono riusciti a creare le condizioni ideali per una nebbiolina artificiale e che quelle che vediamo sono le scie lasciate dalle particelle ionizzanti - di nuovo, sciami derivanti dai raggi cosmici, ma forse anche il contributo di qualche materiale radioattivo che ci portiamo addosso senza saperlo - un po' come le nuvolette lasciate dai jet.

“Astri e particelle”, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, è una mostra interattiva, che coinvolge gli studenti delle classi quarte e quinte del Liceo Majorana di Orvieto con i moderni e intelligenti exhibit su una scienza che si trova a cavallo tra discipline diverse, così come riflesso dalle organizzazioni che hanno dato il loro contributo, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Istituto Nazionale di Astrofisica, l'Agenzia Spaziale Italiana. Una interdisciplinarità necessaria per la ricerca di base di oggi, che cerca le risposte alle domande, appunto, di base: come e di cosa è fatto l'universo? Qual è la sua origine? Quale il suo destino? Non manca il riferimento alle personalità degli attori principali di questa avventura: in un particolare globo multimediale ci gustiamo l'esilarante confronto tra il diavolo e l'acqua santa, impersonati da Margherita Hack e Antonino Zichichi, per ricordarci che la scienza è il prodotto di personalità distinte.

La Martina si presta a dare dimostrazione dell'effetto di lente gravitazionale, lasciando che la sua immagine venga deviata da una grande stella simulata. E' passata un ora e mezza, Leonardo ci saluta, e ci facciamo i complimenti reciproci per la qualità di questa visita. Bisogna correre per prendere il treno che ci riporta a Orvieto, ma per tutto il viaggio si susseguono le domande degli studenti, che continueranno nei giorni seguenti a scuola. Se la visita è servita a suscitare domande, allora siamo pienamente soddisfatti.